Festa dei Popoli
Questo è l'ombelico del mondo
è qui che c'è il pozzo dell'immaginazione
dove convergono le esperienze ...e si trasformano in espressione
dove la vita si fa preziosa... e il nostro amore diventa azioni
dove le regole non esistono... esistono solo le eccezioni
(Jovanotti- “L’ombelico del mondo”)
è qui che c'è il pozzo dell'immaginazione
dove convergono le esperienze ...e si trasformano in espressione
dove la vita si fa preziosa... e il nostro amore diventa azioni
dove le regole non esistono... esistono solo le eccezioni
(Jovanotti- “L’ombelico del mondo”)
Promuovere il dialogo tra culture diverse attraverso il terreno comune di cibo e musica. E’ nata così la Festa dei Popoli, attività tra le più longeve di PortAperta, diventata negli anni un appuntamento molto apprezzato dell’estate aglianese. Un momento di riflessione aperto a tutti per far conoscere le attività quotidiane di PortAperta per la giustizia e la dignità umana, stimolando la curiosità e la conoscenza dell’altro in un contesto di festa con spettacoli, giochi e divertimento per grandi e piccini.
Per la Festa dei Popoli infatti l’associazione esce dai suoi spazi classici e apre letteralmente la sua porta a tutti, trasferendosi nella centralissima Piazza Antonio Gramsci. Cuore pulsante di Agliana, popoloso comune cerniera della piana tra Pistoia e Prato dove PortAperta opera, in Piazza Gramsci si affaccia la chiesa di San Piero, patrono del paese a cui è dedicato il Giugno Aglianese che porta appunto alla “Fiera” del 29 giugno nel giorno dei Santi Pietro e Paolo.
Dal 2002 al 2019, tante edizioni del Giugno Aglianese sono state arricchite dai colori e dall’atmosfera unica della Festa dei Popoli. Ma la sospensione dell’evento per la pandemia da Covid 19 non ha impedito all’associazione di organizzare appuntamenti ridotti e in ottemperanza alle regole anti contagio, per mantenere viva un’iniziativa che vede la collaborazione di tanti volontari in rappresentanza delle comunità migranti del territorio.
Comunità che collaborano nella preparazione della grande cena etnica al centro dell’evento, in cui si mescolano tradizioni culinarie diverse per un gustoso giro del mondo dei sapori. Dal cous cous marocchino al byrek albanese, dal riso biryani pakistano ai piatti di diverse zone dell´Africa, fino alla minestra di pane tipica della tradizione contadina toscana. Con l’immancabile dolcezza dei biscotti della sconfinata tradizione pasticcera araba innaffiati dal calore del tè alla menta. Un mosaico di colori, odori e sapori di cui assaporare ogni sfumatura, inebriato dai suoni multietnici dei concerti dal palco. Tantissimi gli artisti che portando la propria storia in musica, hanno dato vita ad una contaminazione culturale e generazionale, essenza stessa della Festa dei Popoli. Tra questi l’Orchestra Multietnica di Arezzo diretta da Enrico Fink, la Baro Drom Orkestrar, MaMaAFR!KA, il Geometra Mangoni, la Banda I Tigrotti di Agliana, Mogoyakadi, Africa Djembe Kaloba e tanti altri.
Per la Festa dei Popoli infatti l’associazione esce dai suoi spazi classici e apre letteralmente la sua porta a tutti, trasferendosi nella centralissima Piazza Antonio Gramsci. Cuore pulsante di Agliana, popoloso comune cerniera della piana tra Pistoia e Prato dove PortAperta opera, in Piazza Gramsci si affaccia la chiesa di San Piero, patrono del paese a cui è dedicato il Giugno Aglianese che porta appunto alla “Fiera” del 29 giugno nel giorno dei Santi Pietro e Paolo.
Dal 2002 al 2019, tante edizioni del Giugno Aglianese sono state arricchite dai colori e dall’atmosfera unica della Festa dei Popoli. Ma la sospensione dell’evento per la pandemia da Covid 19 non ha impedito all’associazione di organizzare appuntamenti ridotti e in ottemperanza alle regole anti contagio, per mantenere viva un’iniziativa che vede la collaborazione di tanti volontari in rappresentanza delle comunità migranti del territorio.
Comunità che collaborano nella preparazione della grande cena etnica al centro dell’evento, in cui si mescolano tradizioni culinarie diverse per un gustoso giro del mondo dei sapori. Dal cous cous marocchino al byrek albanese, dal riso biryani pakistano ai piatti di diverse zone dell´Africa, fino alla minestra di pane tipica della tradizione contadina toscana. Con l’immancabile dolcezza dei biscotti della sconfinata tradizione pasticcera araba innaffiati dal calore del tè alla menta. Un mosaico di colori, odori e sapori di cui assaporare ogni sfumatura, inebriato dai suoni multietnici dei concerti dal palco. Tantissimi gli artisti che portando la propria storia in musica, hanno dato vita ad una contaminazione culturale e generazionale, essenza stessa della Festa dei Popoli. Tra questi l’Orchestra Multietnica di Arezzo diretta da Enrico Fink, la Baro Drom Orkestrar, MaMaAFR!KA, il Geometra Mangoni, la Banda I Tigrotti di Agliana, Mogoyakadi, Africa Djembe Kaloba e tanti altri.
La Festa è colorata da tante attività come la fiera di beneficenza, i giochi per i bambini, gli spazi in cui sgranare gli occhi davanti all’arte dell’henne con cui le donne marocchine e pakistane si decorano la pelle per le feste o davanti alla pazienza con cui le signore africane intrecciano i capelli in una colorata cascata di treccine. Pratiche, tradizioni, saperi con cui raccontarsi , riscoprendo uno spazio pubblico da vivere insieme.
Intorno al grande tema della convivenza civile, PortAperta nell’ambito della Festa dei Popoli ha proposto rappresentazioni teatrali, mostre ed istallazioni realizzate nei laboratori del doposcuola . Approfondendo il tema del dialogo e dell’incontro a cominciare dalle esigenze e le proposte emerse all’interno dei centri. Ecco quindi edizioni della Festa dedicate alla “riscoperta della piazza come luogo comune”, al ruolo della “conoscenza che abbatte i muri”, ai viaggi intesi come spostamenti ma anche aspirazioni personali, rifiutando il pregiudizio dell’unica storia e abbracciando le storie di cui ogni persona si fa portatrice.
Intorno al grande tema della convivenza civile, PortAperta nell’ambito della Festa dei Popoli ha proposto rappresentazioni teatrali, mostre ed istallazioni realizzate nei laboratori del doposcuola . Approfondendo il tema del dialogo e dell’incontro a cominciare dalle esigenze e le proposte emerse all’interno dei centri. Ecco quindi edizioni della Festa dedicate alla “riscoperta della piazza come luogo comune”, al ruolo della “conoscenza che abbatte i muri”, ai viaggi intesi come spostamenti ma anche aspirazioni personali, rifiutando il pregiudizio dell’unica storia e abbracciando le storie di cui ogni persona si fa portatrice.